La vera svolta nell’evoluzione degli Incas avviene però intorno al 1420-30 quando la Confederazione di Chancas, composta da aggressivi guerrieri insediati nelle regioni tra Ayacucho e Huancavelica, attacca e si annette la zona a popolazione quechua della regione di Abancay, una sorta di stato cuscinetto, minacciando direttamente Cuzco. Nel 1438, anno considerato come quello del vero inizio dell’Impero Incaico, i Chancas iniziano l’invasione da nord del bacino del Cuzco.
L’imperatore regnante Viracocha e suo figlio Urco, erede designato, abbandonano il Cuzco e fuggono. I Chancas conquistano Andahualylas e poi si avvicinano alla capitale.
In questo frangente emerge la figura dell’altro figlio di Viracocha, Cusi Yupanqui, che organizza la resistenza e sconfigge in due scontri cruentissimi i Chancas, cacciandoli dal Cuzco e inseguendoli. Gli “orejones” (nobili privilegiati letteralmente “dalle orecchie grandi”), nonostante l’opposizione di Viracocha, nominano Cusi imperatore con il nome di Pachacutec Inca Yupanqui.
Durante il suo legno, durato 45 anni, si costruisce il Tahuantinsoyo (composto dal Collasuyo, il sud-est di Cuzco; Contisuyo, sud-ovest; Chinchasuyo il nord-ovest; Antisuyo, nord-est), ovvero l’impero Incaico, la massima espressione della cultura autoctona, autonoma e indipendente del Perù.
Pachacutec sconfigge Hatun Colla e così spalanca la penetrazione in quella che oggi è la Bolivia. Al ritorno, poi, conquista il Contisuyo (Arequipa) e di seguito la costa del Cile sino a Tarapaca, poi sconfigge gli Huancas della Sierra Centrale, i Chinchas della costa sud e successivamente gli abitanti di Pachacamac sulla costa centrale, conquistando il Chinchasuyo.
Le vittorie di Tupac Inca Yupanqui
Pachacutec nomina co-reggente il figlio Amaru, ma l’altro figlio, Tupac, già a capo dell’esercito vittorioso, conquista Chachapoyas, Cajamarca, l’Equador, alla testa di 20.000 soldati, spingendosi, sembra, sino alle isole Galapagos. Per ultimo sconfigge il Gran Chimu a Chan Chan, costringe il fratello a dimettersi e diventa imperatore per regnare 23 anni con la stessa valentia politica e militare del padre.
Col suo regno si afferma la conquista del Collasuyo.
Il regno di Huyna Capac
L’ultimo imperatore del regno unito, succede a Tupac e governa per 37 anni sino al 1525. Durante il suo regno l’impero raggiunge la sua massima espansione geografica, estendendosi per circa 5000 km da nord a sud con una popolazione valutata intorno ai 13 milioni di abitanti (alcuni dicono più di 25).
Huyna Capac doma le rivolte nel nord, in Ecuador e nel Collasuyo e si spinge sino in Colombia spostando le frontiere sul fiume Mayo. Usava risiedere lungo tempo a Quito, dove si dice che lo raggiunse la notizia che alcuni esseri bianchi e con la barba (gli spagnoli) erano apparsi da qualche parte.
Si ammalò e morì di vaiolo, malattia sconosciuta sulle Ande evidentemente trasmessagli dai bianchi, prima ancora che potesse vederli. Prima di morire fu costretto a nominare come suo successore il figlio Huascar.
Fine dell’impero
I personaggi centrali sono 3: Huascar, governatore della città di Cuzco; Atahualpa, governatore della città di Quito; Francisco Pizarro, capo della spedizione spagnola.
Tra i figli di Huyna Capac non corre buon sangue perché Atahualpa non accetta l’investitura del fratello Huascar e consigliato dai suoi generali, decide di spodestarlo militarmente.
Inizia così una sanguinosa guerra civile nel Tahuantinsuyo che termina con la sconfitta di Huascar, catturato e fatto prigioniero a Cuzco.
Mentre Atahualpa si dirige nella capitale imperiale a celebrare la vittoria, viene avvertito che gli spagnoli sono nuovamente sbarcati a Tumbes. Da Huamachuco, dove si trovava, ritorna a Cajamarca per controllare se i nuovi venuti sono uomini o dei. Convintosi facilmente della prima ipotesi si appresta a catturare gli intrusi, ma, per una fatale sottovalutazione della reale portata del nemico, viene a sua volta catturato e ucciso il 26 luglio del 1533. E’ la fine dell’Impero, di una civilizzazione, di una cultura e per certi aspetti di una intera popolazione.
Nessun commento:
Posta un commento