lunedì 14 marzo 2011

L'Amante del Condor (4° Parte)


L'Amante del Condor
di Josè Maria Arguedas

(4° Parte)


Nel frattempo il Colibrì era voltato di nuovo fino alla grotta del Condor. Cercò la Rana che abitava nella fonte cristallina della roccia e le disse:”Quando arriverà il grande Condor, tu ti trasformerai in una donna e sulla riva della fonte fari finta di lavare i panni di tuo figlio”.

“Bene”, disse la Rana. Accettò l’incarico e allora il Colibrì continuò a darle delle istruzioni.

“Appena arriva lui ti chiederà ‘che fai lì?’ e tu gli risponderai ‘sto lavando’, allora lui ti dirà ‘svelta, svelta!’. E quando ti chiederà ‘hai finito di lavare?ì tu gli risponderai ‘ancora no, purtroppo’. E quando ti dirà ‘vieni subito, vieni di corsa’ tu ti immergerai nell’acqua, ti nasconderai e non uscirai di lì”.

Detto questo il Colibrì saltò sulla roccia e la Rana si trasformò in donna. La donna cominciò a lavare, mentre il Condor stava tornando. Il Colibrì vigilava sulla rupe, nascosto in un buco nella roccia. La Rana sembrava molto indaffarata a lavare. Il Condor si posò vicino alla fonte.

“Che cosa stai facendo?” domandò.

“Sto lavando, mio signore” rispose.

“Sbrigati, sbrigati” disse il Condor.

“Si”, rispose la donna.

Il Condor si diresse al suo rifugio ed entrò nella grotta. Controllò tutti gli angoli e non trovò suo figlio. Allora pensò: “Dove avrà portato il bambino?”.

Uscì e chiese ad alta voce alla sua donna:

“Dov’è il bambino?”.

“Deve essere li”, gli rispose.

“Sbrigati, sbrigati! Ho portato la carne, vieni a cucinarla”.

“Ora vengo” , rispose la donna.

“Ora, ora” urlò il Condor con tutta la sua voce allungando il collo per vederla.

“Ora, ora”, tornò a gridare.

“Ho appena iniziato a lavare”, gli rispose la donna.

Il Condor spiccò un salto in aria e gridò:

“Ti darò un calcio”.

La Rana si immerse in acqua e il suo corpo fece un tonfo nella limpida fontana. Non rimasero sulla riva né panni né vestiti, ma solo una piccola pietra per lavare. Gli occhi del Condor, che prima avevano visto la donna, immobili, guardavano la fontana.

“Ora ritornerà, ora ritornerà” diceva. Ma niente apparve sulla superficie dell’acqua. Il Colibrì osservava attentamente il Condor dal suo nascondiglio. Al vederlo perplesso e confuso cantò:

“Jajaulla! Io sono il Colibrì che vola. Che sciocco, che sciocco sei stato! Jajaulla! Io sono il Colibrì che vola. La tua donna è già a casa sua, è al suo paese. Ajauiaulla! Jajaulla!”.

Il Condor rispose infuriato: “Tu l’hai portata via, tu hai rapito la mia donna. Ora vengo, vengo. Vengo per inghiottirti tutto intero, vengo a mangiarti”.

“Jajay! Quale Colibrì potrebbe caricare una donna!”.

Così cantando il Colibrì sparì nell’aria. Il Condor volò dietro di lui, lo inseguì, cercò di infilzarlo, girò, rigirò, ma non ci riuscì. Allora, non potendo raggiungerlo, volò verso la casa della sua donna.


Continua...


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