LE STOFFE POLICROME
DELLA CULTURA NAZCA
Localizzata quasi all’estremo sud di quello che è il Perù contemporaneo, nella provincia di Nazca, dipartimento di Ica, ma con un’influenza che, nel momento di massima espansione, arriva sino ad Ayacucho.
La cultura Nazca in pratica fu scoperta nel 1906, quando iniziarono gli scavi di 25 tombe nella zona di Ocucaje, per mano dell’archeologo tedesco Max Uhle, su commissione dell’Università di California.
Molte sono le caratteristiche specifiche della cultura Nazca-Paracas: la ceramica policroma con figure umane, animali, vegetali, artisticamente disegnate e dipinte, con scene che rappresentano corpi mutilati, il che ha fatto ritenere che all’epoca praticanti di sacrifici umani.
La tessitura di Paracas è tra le più raffinate e policrome di tutta la storia del Perù e resti di stoffe perfettamente conservate sono stati ritrovati indosso a mummie, anch’esse in ottimo stato di conservazione grazie al clima secco e desertico della penisola di Paracas. Sono i mantos che si trovano all’interno dei fardos (involucri funerari), dai colori e dalle sfumature incredibili, con motivi ornamentali astratti e fantastici, che ricordano in parte Chavin, ma stilisticamente molto più evoluti.
A Nazca questi temi sono ripresi anche sulle ceramiche e secondo alcuni anche nelle famosissime linee di Nazca, giganteschi disegni tacciati direttamente sul terreno della pampa. E’ quest’ultima, in effetti, l’eredità più enigmatica e inquietante della cultura dell’epoca, ancora oggi oggetto di studi controversi e di interpretazioni suggestive in alcuni casi al limite della fantascienza.
Anche per la cultura Nazca-Paracas sono sicuramente in arrivo nuove scoperte, a partire dagli scavi archeologici che la missione italiana, guidata da Giuseppe Orefici, sta portando avanti da 14 anni nella Ciudad Perdida de Cahuaci, una metropoli cerimoniale tra le più vaste che siano mai state trovate al mondo (circa 24 km quadrati).
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