martedì 15 marzo 2011

L'Amante del Condor (3° Parte)


L'Amante del Condor
di Josè Maria Arguedas

(3° Parte)


Finché un giorno, mentre la madre stava piangendo dietro l’orto della sua casa, apparve il Colibrì, che iniziò a svolazzare intorno alla sua testa.

“La figlia di chi, di chi sta piangendo sulle rocce? La figlia di chi sta piangendo sulle rocce?”.

Il Colibrì così cantava; volava e ritornava. Allora la donna gli rispose:”Colibrì, nessuno sa come e quanto sto piangendo e soffrendo per mia figlia e tu arrivi con queste storie”.

Alzò una pietra e la scagliò contro il Colibrì spezzandogli una zampa. Ferito, il Colibrì se ne andò volando sopra le capanne. Così sempre rattristata e piangendo, la madre aspettava sua figlia.

“La figlia di chi, di chi sta piangendo sulle rocce? La figlia di chi sta piangendo sulle rocce?”.

Allora la donna pensò:”Forse sa dove si trova mia figlia” e ad altra voce gli domandò:

“Colibrì, Colibrì di verde smeraldo, forse tu sai in quale posto si trova mia figlia?”.

Il Colibrì rispose:

“Certo che lo so deve si trova tua figlia; se non mi avessi rotto la zampa… Ma se mi curi con ‘chancaca’ e mi regali dei dolci , ti racconterò”.

“Ti darò ciò che chiedi, ti darò ‘chancaca’ per curare la tua zampa rotta”.

La donna comperò ‘chancaca’ e alcuni giorni dolci e li mise sopra una pietra. Il Colibrì di verde smeraldo volò sulla pietra, mangiò i dolci, si medicò la zampa con la ‘chancaca’ e la avvolse con una fascia. Poi disse:”Tua figlia sta piangendo sulle altre rocce, sopra un precipizio”.

“Portamela, Colibrì, portala fino qua”, pregò la donna.

“Se mi dai ancora dei dolci io la caricherò e te la porterò domani”, le rispose il Colibrì.

“Si, Colibrì, ti darò molto miele, fino a saziarti”, gli rispose la donna.

“Molto bene, andrò ora stesso”. E così dicendo spiccò il volo dal tetto. Volò fino alla grande grotta e aspettò che il Condor se ne fosse andato. Il Condor partì e la sua ombra nera si perse nello spazio del cielo. Quando fu scomparsa, il Colibrì volò verso la ragazza cantando:

“La madre di chi, il padre di chi stanno piangendo nella loro casa desolata?”.

E volava via e ritornava.

“La madre di chi, il padre di chi piangerà? Colibrì, salva mia figlia, ti prego”.

“Se tu lo vorrai, se tu lo vorrai Io Colibrì che volo, che volo, Ti caricherò, ti porterò”.

E volava, facendo dei giro sopra l’abisso, vicino alla grotta.

Allora la ragazza gli parlò: “Colibrì di verde smeraldo, salvami! Non saresti capace di portarmi fino a casa dei miei genitori?”.

“Si, io ti salverò. Dovrò caricare te e tuo figlio. Svelta, preparati subito”.

La giovane amante fece un piccolo fagotto con le sue cose e montò in groppa con il figlio in braccio. Il Colibrì si levò in volo portando la ragazza e il bambino. Arrivò a casa dei genitori e cantò sopra i tetti:

“Colibrì che volo, che volo, Sto arrivando con tua figlia”.

“Colibrì di verde smeraldo, grande Colibrì! Hai riportato nostra figlia!”, dissero i genitori e gli diedero il miele e i dolci.

“Nascondete vostra figlia, presto verrà vostro genero. Non permettete che la veda, rinchiudetela insieme a suo figlio”, ordinò il Colibrì. “domani ritornerò prima che arrivi li Condor. Verrò a portarvi delle notizie”.

“Faremo ciò che ci comandi”, dissero i genitori.

Nascosero la figlia e le chiesero di raccontare loro come e dove aveva vissuto, e con chi era stata, come e in che modo aveva avuto suo figlio. Lei confessò tutto: “Un signore mi ingannò e mi portò nella sua casa, lì mi tenne prigioniera e li ho dato alla luce mio figlio. Fu il Condor che prendendo le sembianze di un cavaliere mi sedusse e mi portò fino alla sua grotta. Lui è il padre di mio figlio”.


Continua...


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