Sulla costa la vegetazione è molto varia e dipende dalla presenza d’acqua nelle oasi. Nel nord, con clima più caldo e più umido, sono presenti piantagioni di canna da zucchero, colture di asparagi, arbusti, graminacee, acacie, carrubi. Nel centro sud la vegetazione è più rada.
Una caratteristica della costa, a un’altitudine tra i 200 e i 700 m in zone esposte ai venti, è la formazione di lomas, un verde tappeto di breve durata che ricopre in inverno le pendici sabbiose. E’ generato dalla condensazione diretta della nebbia a livello del suolo e viene consumato immediatamente dal bestiame.
Sulle Ande tra i 2.000 e i 4.000 m si trovano prati formati da una graminacea tipica delle grandi altezze, la puna, che serve da pascolo a ovini, bovini e camelidi; estese colture di patate e di mais, che nella stagione secca ammantano di giallo valli e altipiani e di un tipico cereale andino, la quinoa.
Nelle zone più umide crescono piccoli arbusti, cactus, pochi alberi d’alto fusto, conifere e soprattutto eucalipti importati nel secolo scorso dall’Australia.
Ben diversa è la ricchezza vegetativa delle pendici orientali e della selva amazzonica. Qui la foresta assume via via le caratteristiche tipiche dell’immenso bacino fluviale e pluviale con migliaia di specie arbustive, alberi, liane, sottobosco fitto in continuo rinnovamento.
Sulle pendici, la selva alta, dilagano le piantagioni più o meno clandestine di foglie di coca a scapito di altre colture produttive (caffè, tannino), dalla vegetazione arbustiva si passa a quella d’alto fusto che sarà poi dominante a partire dalla sterminata pianura irrigua del bacino amazzonico.
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